“Deliquio”
Le condizione indotta dall’esecuzione di questo pranayama ne giustifica il nome. Produce infatti una sensazione prossima allo svenimento, in cui la testa risulta vuota, leggera, gradevolmente stordita. Le fonti non ne forniscono una descrizione univoca e le diverse scuole suggeriscono modalità di esecuzione differenti.
“Al termine dell’inspirazione, eseguendo molto fermamente il jâlandhara, si espiri lentamente: ciò è chiamato mûrcchâ, che dà gioia e affievolimento (mûrcchâ) dello spirito.” – Svatmarama – La lucerna dello hatha-yoga (Hatha-yoga-pradîpikâ, II, 69) a cura di Giuseppe Spera (Ed. Magnanelli)
Tecnica di esecuzione:
- sedete in una qualsiasi posizione meditativa;
- mantenete la testa e la colonna vertebrale erette;
- rilassate il corpo e osservate il respiro naturale farsi lento e profondo;
- inspirate attraverso le narici;
- mantenendo la ritenzione del respiro (kumbhaka) praticate la contrazione della gola (jalandhara-bandha);
- mantenendo la contrazione della gola (jalandhara-bandha), espirate lentamente dalle narici;
- a polmoni vuoti, rilasciate la contrazione della gola e riportare il capo in posizione neutra;
- fate esperienza della leggerezza e della calma nella mente e nel corpo.
“Eseguita senza sforzo la ritenzione del respiro (kumbhaka), si fissi la mente (manas) sullo spazio tra le sopracciglia, distogliendola da ogni oggetto: questo induce un piacevole deliquio. Dall’unione della mente (manas) con il sé (atman) sgorga infatti la beatitudine.” – Insegnamenti sullo Yoga (Gheranda-samhitâ, V, 73-77) a cura di Stefano Fossati (Ed. Magnanelli)
Benefici:
- induce alla concentrazione;
- interiorizza la mente;
- allevia tensioni ed ansia.