“Si considera che vi sono tre luoghi dove la prensione umana è marcata: le mani, i piedi e la testa, ovvero gli organi di senso. (…) Col viso ed i sensi ci si difende, con le tensioni della bocca, della mascella si aggredisce, con gli altri sensi, ugualmente, si è aggrediti da ciò che si vede, da ciò che si sente. (…) Lo yoga del Kaśmīr mette l’accento sulla profonda distensione dei cinque sensi: occhi, narici, orecchie, bocca, e ugualmente le mani. Molte pose stimolano l’opposizione pollice-indice per ridurre in noi la prensione. C’è anche tutto il lavoro del non-contatto col suolo, in posizione in piedi, per evitare la sensibilità del piede verso il suolo. Non si cerca appoggio, non ci si àncora, si depone la densità delle anche.(…) Se la regione cervicale è bloccata, sono il viso, la mascella che bisognerà distendere. (…) Esplorando la vacuità delle mani, dei piedi, del viso, si arriva ad una distensione globale del corpo. Attraverso queste tre regioni, si tocca direttamente l’insieme del corpo.”
Éric Baret 250 Domande sullo Yoga di Marie-Claire Reigner
Quante volte ci è capitato, camminando per la strada, di incrociare perfetti sconosciuti che, in mezzo ad una fiumana indistinta, ci colpiscono per la loro aria nobile, elegante, fiera. Da dove nasce questo tipo di percezione in noi? Molto probabilmente non in considerazione dell’abito che indossano, ma per il loro portamento, in particolare per la postura della testa. A sua volta quest’ultima dipende dalla posizione del collo. Se il collo è adeguatamente collocato, visto di profilo, l’orecchio si troverà nello spazio compreso tra l’arcata sopracigliare e la punta del naso. Se il lobo dell’orecchio si trova più in basso della punta del naso, vuol dire che la testa si trova in estensione su un collo che sprofonda in avanti rispetto alla regine dorsale.
E la fiumana indistinta che non notiamo? Probabilmente quella è composta da uomini e donne che, in misura maggiore o minore, sono gravate da un peso (traumi, stress, ecc.) che fa slittare il capo in avanti e lo sguardo in basso, appiattendo la fisiologica curva del tratto cervicale. E giust’appunto il dolore al collo è spesso dovuto a una perdita del normale e leggero arco in avanti delle vertebre cervicali.
Alcuni semplici movimenti, eseguiti con costanza e consapevolezza, possono aiutarci a prendere coscienza dei nostri blocchi e delle nostre restrizioni, aiutandoci a recuperare una postura corretta.
Di seguito alcune indicazioni pratiche e simboliche fornite da Gabriella Cella Al-Chamali ne I segreti dello Yoga.
Sedete in una posizione corretta col busto ben diritto.
- Eseguite piccoli movimenti del capo su e giù, come per accennare un “sì”; essi vanno a muovere e riscaldare la prima vertebra cervicale. Se volete verificare il movimento, portando le mani sotto la nuca esercitate una lieve pressione con la punta delle dita, proprio dove sentite un avvallamento.
- Piccoli movimenti laterali del capo da destra a sinistra come per accennare un “no” muovono e riscaldano la seconda vertebra cervicale; ne potete verificare il punto facendo scorrere la punta delle dita sull’apofisi che sporge.
- Una piccola flessione del capo verso il basso e la spalla destra, poi verso il basso e la spalla sinistra, vanno a muovere e riscaldare la terza vertebra, che potete ancora verificare con la pressione delle vostre dita.
- 4) Il viso che ruota fino a portarsi di profilo, a destra e a sinistra reca beneficio e riscalda la quarta vertebra. Ruotando il capo verso destra rilassate il braccio destro per verificare con le dita della mano sinistra il punto, quindi rilassate il braccio sinistro per la verifica con la mano destra.
- Spingere il mento in avanti e lievemente verso l’alto in modo che sì allunghi un poco, porta beneficio alla quinta vertebra cervicale.
- Spingere ancora fino ad inarcare il collo, volgendo il viso al cielo, porta l’azione riscaldante alla sesta vertebra.
- Incurvare il collo per guardare verso il basso, finché il mento va a toccare lo sterno, porta una trazione cervicale che interessa soprattutto la settima vertebra.
- Con questi semplici movimenti si riscalda il collo e si mantengono flessibili tutte le vertebre cervicali prevenendo l’artrosi o impedendo l’avanzare dei processi artrosici se questi sono già in atto. A livello simbolico i movimenti delle sette vertebre indicano lo scorrere dei giorni in un “ciclo finito”, proprio come indicano i giorni della settimana, le note musicali, i colori fondamentali dello spettro luminoso e le costellazioni.
- Mantenendo sempre il busto diritto, senza irrigidirlo, ruotate lentamente il capo da un lato e dall’altro, portandone il viso di profilo. Fate che il gesto sia guidato dal respiro lento e profondo. Mantenete gli occhi chiusi affinché siano gli occhi della mente ad osservare il movimento. A livello simbolico questo è il gesto di Brahma Signore dell’inizio, che viene rappresentato con quattro teste ognuna volta verso un punto cardinale. Il suo gesto di rotazione del capo indica la possibilità che hanno gli adepti dello yoga di vedere lontano e chiaro, al di là delle proprie spalle, al di là delle zone oscure e incomprensibili a chi non segue un cammino di consapevolezza. Il gesto va ripetuto più volte, per permettervi di verificare ogni suo ampliamento; quando decidete di tornare al centro, all’immobilità, restate ancora un poco a osservare con gli occhi della mente i due profili del viso, a destra e a sinistra, come se il gesto fosse ancora in atto. In effetti resta ancora un poco l’energia sottile che avete mosso nell’aria. Siate consapevoli dello spazio che il capo occupa, così come deve esserci stata consapevolezza nell’eseguire il gesto.
- Inspirate allungando il collo ed espirate lentamente lasciando scendere il capo lateralmente, verso la spalla sinistra. Restate alcuni attimi a sentire la trazione muscolare dall’orecchio destro alla spalla destra, e il rilassamento sul lato sinistro. Poi inspirando riportatevi in posizione diritta ed espirando lentamente lasciate scendere il capo lateralmente verso la spalla destra. Restate alcuni attimi a sentire la trazione muscolare dall’orecchio sinistro alla spalla sinistra e il rilassamento a destra. Questo è Surya mudra, il gesto del Sole che sorge e tramonta. A livello simbolico indica la possibilità di osservare, attraverso il percorso del Sole che è la fonte primaria di energia, la vita che in un giorno nasce e nello stesso giorno termina.
- Fate compiere al capo una completa rotazione sul collo, lentamente seguendo il ritmo del respiro. Inspirando allungate il collo, espirando lasciate scendere la testa giù in avanti, mantenendo le spalle aperte e ferme. Inspirando ruotate il capo fino alla spalla sinistra, espirando lasciatelo scivolare all’indietro fino alla metà della schiena, inspirando ruotatelo fino alla spalla destra ed espirando lasciatelo tornare a pendere davanti. Ripetete tutto in senso opposto: da destra a sinistra. Potete ripetere più volte i movimenti, finché avvertite un piacevole calore al collo e una sensazione di benessere. Questo è Surya Chandra mudra, il gesto del Sole e della Luna.A livello simbolico indica la possibilità di integrazione tra le forze positive e negative, tra la notte e il giorno, il calore e il freddo, tra l’energia maschile rappresentata dal Sole e quella femminile rappresentata dalla Luna.
- Portate la mano sinistra sull’orecchio, aperta e ben aderente alla testa, tenendo su il gomito mantenete il capo e il collo diritti. Mentre inspirate, spingete con forza la mano contrastando la spinta con la testa, espirando rilassate la parte. Ripetete l’esercizio per tre volte consecutive a sinistra e poi con le stesse modalità e gli stessi tempi a destra. Questo è Karna Pida mudra, il gesto dell’orecchio e del dolore. A livello simbolico indica la possibilità degli yogin di chiudere l’ascolto laterale, praticamente di ascoltare solo ciò che essi decidono.
- Portate le due mani a sostenere il mento. Mantenete il capo ben diritto sul collo, tenete indietro le spalle e inspirando spingete con energia le mani verso l’alto, per allungare il collo, mentre la testa cerca di contrastare il gesto pesando sulle mani e spingendo verso il suolo. Espirando rilassate la parte, Durante la spinta delle mani verso l’alto, dita e palmi si aprono per aumentare la forza dei polsi uniti, mentre nella fase di rilassamento le dita si rilassano toccando il viso. Ripetete l’esercizio per tre volte consecutive. Questo è Kusuma mudra, il gesto del fiore che sboccia e cresce. Simbolicamente rappresenta la possibilità di crescita spirituale: nella gola è collocato il Chakra Vishuddha, il “purissimo” – “l’etereo”, così come indica il suo nome sanscrito, ed è appunto deputato a governare la crescita nel senso più profondo del termine. Ricordate che Vishuddha nel corpo fisico governa la funzione delle ghiandole tiroidee, che influenzano la crescita corporea e lo sviluppo cerebrale, regolando la distribuzione di calcio e fosforo nelle ossa. La divinità femminile raffigurata a questo livello è Shakini, che siede su di un trono formato da ossa, a indicare il suo completo controllo sul corpo umano, partendo proprio dall’osso che è la sua parte più profonda.
Sul piano fisico i movimenti sopra descritti prevengono le forme artrosiche del tratto cervicale ed aiutano coloro che hanno già in atto tali problemi. In casi di discopatie cervicali, sono molto importanti i due ultimi, orecchio e dolore e gesto del fiore, vanno comunque sempre evitati invece quelli che portano dolore, nausea o capogiro. È importante perciò provare a eseguirli tutti quanti, per poter trovare i più adatti ad ogni caso specifico, e ripeterli giornalmente.
Tutti gli esercizi proposti si possono eseguire anche stando seduti sul bordo del letto o su di una sedia, purché il busto venga mantenuto diritto.