Voler descrivere il taoismo con le parole è già una contraddizione in termini: il linguaggio non può esprimere qualcosa che sta oltre il linguaggio.
Forse è anche per questo che la filosofia del Tao, il taoismo, risulta tanto sfuggente. Per tentarne una comprensione è necessario prima di tutto porsi in uno stato di “saggia ignoranza”, evitare ogni concettualizzazione.
“Il dotto impara qualcosa ogni giorno, l’uomo del Tao disimpara una cosa al giorno fino a quando ritorna al non-fare” – Lao-tzu
Alan Watts ci descrive così i tre principi della filosofia taoista:
- il Tao (il corso della natura);
- wu wei, “non forzare” (il carattere della natura, che è simile all’acqua che scorre);
- il te, il potere apparentemente magico che deriva dal seguire la via dell’acqua che scorre e dallo scegliere la linea della minore resistenza.
La filosofia del taoismo si basa sull’idea che l’universo è il risultato di un’interazione fra differenze primordiali come sopra e sotto, davanti e dietro, giorno e notte, maschile e femminile, ecc.
La parola cinese yang si riferisce alla parte meridionale di una montagna, quella esposta al sole. La parola yin si riferisce alla parte settentrionale, in ombra. Ma una montagna rimane “una”, indipendentemente dalla prospettiva da cui la si guardi.
E così il simbolo yin-yang è per metà scuro e per metà chiaro, ricorda una spirale, ma anche due pesci che si inseguono o una coppia nell’atto sessuale. Le due parti di un intero che si inseguono, distinte ma unite, così come le due facce di una moneta sono distinte, ma non separate: la moneta rimane “una”.
La magia del mistero, la possibilità di stupirsi, di immergersi nella meraviglia dell’essere è salvaguardata proprio dal sussistere di yin e yang.
Yang è intelligente, brillante, capisce tutto, è l’attenzione cosciente, sono tutte le informazioni che possediamo, le nostre abilità. Yin è incomprensibile ed incosciente, ma è lei che permette a yang di funzionare.
“Il taoismo, antico, misterioso, deliziosamente poetico, nato tra le nebbie splendenti che avvolgono i primissimi istanti della civiltà, è una manifestazione eloquente di un antico modo di vivere pressoché scomparso dal nostro pianeta. Ora che la marea rossa ha ingoiato la sua terra d’origine, chi può dire co-sa ne sarà o se ne sopravviverà il benché minimo residuo? Per quanti riconoscono la santità della natura e desiderano che lo spirito trionfi sulla nera irruzione del materialismo è un prezioso ricettacolo in cui, in mezzo a gioielli curiosamente lavori dal peraltro modesto valore intrinseco, sono disseminate perle rare e preziose, giade traslucide. Folclore, scienze dell’occulto, cosmologia, Yoga, meditazione, poesia, filosofia quietista, misticismo epico: in esso vi sono tutte queste cose.” John Blofeld – Taoismo, la ricerca dell’immortalità