Categorie
Letture e spunti Maestri Yoga & Meditazione

Vijñāna Bhairava – Dhāranā 8 – Śloka 31

Spread the love

L’ottava delle 112 tecniche che ci propone il Vijñāna Bhairava (per una introduzione al testo leggi qui) descrive una pratica avanzata nota come Khecarī Mudrā, una tecnica esoterica che nel Tantra classico simboleggia il volo della coscienza oltre i limiti del corpo e della mente e che consente allo yogi di realizzare la propria natura onnipervasiva e libera, come un cielo senza confini.

Il verso 31 del Vijñāna Bhairava Tantra è un invito a trascendere i limiti della mente ordinaria e a sperimentare la propria essenza come pura coscienza. Sebbene questa pratica sia avanzata e richieda la guida di un maestro esperto, la sua descrizione offre ispirazione per approfondire la relazione tra respiro, energia e consapevolezza.

Come sempre, è essenziale affrontare queste tecniche con rispetto e prudenza, lasciandosi guidare dalla saggezza della tradizione e dall’esperienza diretta.

Ecco alcune traduzioni e relativi commenti.

31. Riempiendo rapidamente per mezzo di essa lo dvādaśānta, attraversatolo con quel ponte che è la contrazione delle sopracciglia, e resa così la mente priva di pensiero discorsivo, si invera, nel punto più alto di tutto, il sorgere dell’onnipervadenza.

Vijnanabhairava. La conoscenza del tremendo – A. Sironi (Curatore) Adelphi, 1989
Commentato come segue:

Con il pronome « essa » ci si riferisce alla potenza del soffio vitale, che vien meditata ascendente attraverso i cakra e sospinta verso l’ultimo, lo dvādaśānta, in virtù della contrazione delle sopracciglia (bhrūkṣepa) che, simile ad un ponte teso su di una corrente d’acqua, sospinge l’energia del soffio vitale nel supremo etere. In altri termini, la potenza del soffio vitale, prima di arrivare allo dvādaśānta, deve passare di là dalle sopracciglia, ‘traforare’ la ruota che si trova nel mezzo delle sopracciglia.

31. Avendo riempito (il corpo fino a) mūrdhānta con la stessa energia del respiro e attraversandolo come un ponte, contraendo le sopracciglia e liberando la mente dai pensieri, si diventa onnipervadenti nel più alto stato.

Vijnana Bhairava: The Practice of Centring Awareness – Swami, Lakshman Joo – Indica Books, 2003
Commentato come segue: Questo è il cammino dell’anavopāya senza successione. Il cammino precedente era quello con successione. […] con quella energia del prāṇa (respiro), devi riempire il corpo fino a Śakti, dopo aver sospeso il movimento del respiro […] devi concentrarti solo sul centro delle sopracciglia. […] Non è kumbhaka. È univocità. […] Dopo che è sospeso, devi fare in modo che la tua mente diventi completamente priva di pensieri […]
Quando sei in quello stato supremo di Signore Śiva […] significa che l’onnipervadenza splende. Egli diventa onnipervadente in quello stato supremo. Questo è il cammino dell’anavopāya perché devi praticare con il respiro. […] Quando c’è solo concentrazione sul vuoto, allora sarà sempre śaktopāya.

31. Riempendo il mūrdhānta (lo spazio della sommità della testa) con la stessa energia prāṇica e attraversandolo mediante la contrazione “ponte” delle sopracciglia (bhrūkṣepa), la mente deve essere liberata da ogni costruzione dicotomica. La coscienza ascenderà al di sopra del dvādaśānta, facendo emergere la sensazione di onnipresenza.

Vijnanabhairava or Divine Consciousness: A Treasury of 112 Types of Yoga – Jaideva Singh
Annotato come segue:
1. Mūrdhānta: Indica il dvādaśānta, situato sopra il brahmarandhra, uno spazio di dodici dita sopra il centro delle sopracciglia.
2. Bhrūkṣepa: Tecnica esoterica in cui la contrazione delle sopracciglia funge da ponte per trasformare l’energia prāṇica in citśakti, sollevando la coscienza a livelli superiori.
Questa pratica appartiene al percorso esoterico del śāktopāya.

Dopo aver riempito rapidamente (il corpo fino alla Cavità di Brahmā) sulla sommità della testa con quella (stessa energia del respiro vitale) e averlo attraversato (con) il ponte (formato dalla) contrazione delle sopracciglia, liberando la mente dal pensiero, l’onnipresente emerge sopra tutte (le cose).

Mark Dyczkowski

Avendo rapidamente riempito [il canale centrale] con quell’energia, e avendo poi sfondato la sommità della testa [o brahmarandhra] per mezzo della “diga” di concentrazione tra le sopracciglia, [e] avendo [in tal modo] liberato la mente dal suo pensiero incantato, si ascende allo stato onnipervasivo (vyāpinī) nel [luogo] al di sopra di tutto. 

Christopher D. Wallis

Un’immagine ricorrente nei commentari è quella della diga che blocca temporaneamente il flusso dell’acqua, per poi rilasciarla al momento opportuno. Qui la diga rappresenta il controllo del respiro e della concentrazione mentale, che accumulano energia fino al momento in cui questa viene rilasciata verso i centri superiori.

Nel Tantrāloka, Abhinavagupta ci informa che “di tutte le mudrā, la principale è l’eterovaga (khecarī)”e ne espone le numerose varietà trattate nei Tantra classici. In particolare descrive una pratica che ci ricorda quella del nostro śloka:

«Lo yoghin (così nel Mālinīvijaya), lo yoghin, postosi nella positura del loto, deve applicare la mente all’ombelico e quindi, in forma di asse, elevarla via via fino ai tre fori, dove, fermatala, deve poi di nuovo spingerla velocemente attraverso (gli altri) tre fori. Grazie all’esecuzione di questa mudrā lo yoghin vaga nell’etere»

Luce delle sacre scritture (Tantrāloka) di Abhinavagupta, XXXII, 10b-12a (a cura di Ranierio Gnoli) – UTET

Secondo i commentari classici, la pratica si svolge in tre fasi principali:

  1. Riempimento del canale centrale: Il praticante riempie il canale centrale con l’energia vitale (prāṇa-śakti) inspirando dalla base del busto (pavimento pelvico) fino al ponte del naso.
  2. Concentrazione tra le sopracciglia: Attraverso la tecnica di concentrazione sul terzo occhio (bhrūkṣepa) e la ritenzione del respiro (kumbhaka), la mente viene liberata da ogni pensiero.
  3. Ascesa dell’energia: Con un’espirazione controllata, l’energia rompe la “diga” a livello del ponte del naso e si eleva verso l’alto e verso l’esterno dalla sommità della testa, espandendosi in una consapevolezza infinita e onnipervadente.

Nota: Le citazioni, eccetto quella di Sironi, sono state tradotte in italiano dalla sottoscritta a partire dall’originale in inglese.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *